Bitti: un disastro annunciato

Il 28 novembre Bitti, paese di 3 mila abitanti nel nuorese, è stato invaso da una colata di fango a seguito di una bomba d’acqua. È la seconda volta che accade, già nel 2013 ci si era resi conto della necessità di spostare l’alveo del fiume. 

Quello di Bitti non è un caso isolato, in un paese in cui il numero di vittime da alluvioni e frane continua ad aumentare di anno in anno. Parte del problema sono i cambiamenti climatici: si calcola che la quantità d’acqua caduta durante la recente alluvione sia superiore persino a quella caduta a seguito dell’uragano Cleopatra, che aveva causato 18 morti. 

Un’ulteriore causa è la mancata pianificazione urbanistica. Nonostante il nostro sottosuolo sia in gran parte costituito da sabbia e argilla, e ci siano oltre 7 mila corsi d’acqua, siamo i primi in Europa per territorio urbanizzato, e circa 3.341 comuni su 7.903 sorgono in zone ad alto rischio idraulico e di frana. A queste situazioni vanno aggiunti i punti critici individuati sulla rete autostradale e su quella ferroviaria.

Per mettere in sicurezza il Paese servono opere per 33,3 miliardi, ma negli ultimi 20 anni ne abbiamo investiti solo 6. Nel 2015 il Governo Renzi ha messo a disposizione circa 7,3 miliardi con “Italia Sicura”, il primo piano per la messa in sicurezza del Paese, cui si aggiungono i 3,1 miliardi del Governo Conte. Nonostante l’insufficienza dei finanziamenti messi a disposizione ancora più grave appare il fatto che di circa 11,3 miliardi ne abbiamo spesi solo 2,9, e le responsabilità sono da attribuire, in un concorso di colpa, tra i comuni a cui mancano le competenze, le amministrazioni che non riescono a cooperare, le aziende che dichiarano fallimento e le infiltrazioni della criminalità organizzata.

Il tutto si somma ai costi della cattiva gestione degli stanziamenti per dissesti idrogeologici nel nostro Paese, che è stato calcolato intorno ai  3,5 miliardi annui solo per ripristini e risarcimenti, per un totale – dal 1970 – di 175 miliardi di euro: le catastrofi possono accadere, talvolta non si possono evitare ma di naturale c’è solo l’evento, il danno maggiore è l’artificiosità della componente umana, molto si può fare per prevenire i danni con una consapevole politica ambientale e con una corretta ed efficiente gestione della spesa pubblica.

Matteo Felici

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