Greenwashing: cos’è e come evitarlo

Greenwashing: cos’è e come evitarlo

Cos’è il greenwashing, l’ecologismo di facciata

Cos’è il greenwashing?

Sempre più persone, sensibili alle tematiche ambientali, acquistano prodotti o servizi anche in base al loro impatto ambientale. Questo è il motivo principale per cui molte aziende investono in marketing e in pubblicità ingannevoli piuttosto che ridurre il loro impatto sul Pianeta.

È il greenwashing, strategia di comunicazione e marketing all’apparenza eco-friendly, che serve ad attirare una fascia di consumatori che altrimenti opterebbe per marchi diversi.

Come le aziende fanno greenwashing?

Molte aziende hanno avviato una campagna di riciclaggio della plastica che maschera una politica ambientale tutt’altro che green. Tra queste spicca la Coca-Cola, che tra le ultime iniziative ha scelto di modificare il tappo delle bottiglie in PET per ridurre la dispersione di plastica nell’ambiente. Si tratta del “tethered cap‘, un tappo di plastica che con l’apertura delle bottiglie rimane attaccato e già introdotto, in Italia, nelle bottiglie del FuzeTea. Un’innovazione che risponde anche alle normative dell’Unione europea, che entreranno in vigore nel 2024.

Ciò vuol dire che la Coca-cola ha veramente a cuore le sorti del Pianeta? Difficile crederlo, dato che nonostante le iniziative “green” rimane tra le aziende più inquinanti al mondo.

Break free from plastic, rete internazionale per la riduzione della plastica, ha nominato per il terzo anno consecutivo Coca-Cola quale principale inquinatore di plastica al mondo. Un altro esempio riguarda l’alluminio delle sue lattine e il suo impatto ambientale. Per produrre infatti una singola lattina da 33 cl, occorrono ben 200 litri d’acqua (un motivo in più per riciclarla e non disperderla nell’ambiente!)

Il problema non riguarda solo un settore. Troviamo un altro esempio di greenwashing nel campo della moda, tra i settori più inquinanti al mondo, con aziende come H&M che da anni porta avanti una campagna di raccolta e “riciclo di abiti usati. Se da una parte potrebbe aiutare a ridurre gli sprechi, dall’altra proprio la fast fashion è tra le principali cause di inquinamento nel mondo della moda.

Aziende come quelle citate investono ogni anno in grandi campagne di marketing che mostrano un impegno a favore dell’ambiente ma che non corrisponde alla realtà, fatta di prodotti di qualità inferiore e non destinati a durare nel tempo.

Come evitare la trappola del greenwashing?

  • Una prima accortezza è quella di informarsi tramite riviste, libri e canali green, e saper leggere le etichette dei prodotti che acquistiamo, informandoci ad esempio sulla provenienza e sul loro impatto ambientale.
  • Imparare a riconoscere i prodotti, cercando certificazioni ecologiche riportate sul packaging dei prodotti che acquistiamo;
  • Quando una azienda pubblicizza prodotti o azioni green attraverso slogan accattivanti, usando parole come bio, naturale o simili, cerchiamo di capire che tipo di prodotto sta pubblicizzando, e se l’azienda è realmente attenta all’ambiente;
  • Facciamo attenzione alle aziende di moda che mostrano un impegno per l’ambiente “premiando” chi consegna abiti inutilizzati invece di buttarli, ma offrendo sconti per invogliare i consumatori ad acquistarne sempre di nuovi.
  • Un ultimo consiglio è quello di evitare acquisti fatti di impulso quando non si ha tempo di approfondire e osservare ciò che si sta acquistando. Un’idea è stilare una lista di prodotti che stiamo cercando e di cui abbiamo realmente bisogno, e provare a trovare quelli con un minor impatto, per un consumo utile per noi e il Pianeta.

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Serena Ciammaruconi

Team Green Feeling

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